Piano di Sicurezza dell'Acqua (PSA)

Che cosa è?

E’ stato introdotto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2004 ed è un modello di controllo volto a garantire sistematicamente la sicurezza di un sistema idropotabile, la qualità delle acque fornite e la protezione della salute umana.
L’acqua sicura è un diritto fondamentale da preservare; negli ultimi anni è stato minacciato dalle emergenze ambientali e climatiche che hanno causato importanti impatti negativi sulle risorse idriche e sul ciclo idrico integrato.
Un passo avanti verso il miglioramento della situazione è stato fatto con il recepimento della direttiva UE 1787/2015, che ha permesso di introdurre anche in Italia il Piano di Sicurezza dell’Acqua. Si tratta di un modello preventivo e operativo per garantire acqua sicura attraverso misure di controllo estese a tutta la filiera idropotabile – dalla captazione, al trattamento e alla distribuzione dell’acqua potabile, fino all’utente finale.

Il PSA si sviluppa attraverso l’aggregazione e il riordino di procedure gestionali già presenti all’interno dell’azienda. La base di partenza per la redazione del PSA è l’analisi dei rischi che incombono in un sistema idrico. Tale Piano integra e amplia l’approccio attualmente utilizzato e normato dal D.Lgs 31/2001, introducendo un sistema di valutazione globale del ciclo di lavorazione dell’acqua fondato su una strategia di prevenzione dei pericoli e di riduzione dei possibili rischi di contaminazione, attenuando o eliminando in maniera preventiva le fonti di pericolo.

 

Il Piano di Sicurezza dell’Acqua di ATS

Le componenti fondamentali di un PSA possono essere riassunte in tre parti:
1. analisi del sistema idrico;
2. monitoraggio operativo;
3. redazione della documentazione di gestione e controllo del sistema idrico
con l’obiettivo di ottenere una conoscenza più ampia degli impianti e delle reti idriche dell’acquedotto, in modo tale da poter individuare eventuali pericoli e rischi sito-specifici e sviluppare un sistema di gestione e monitoraggio efficiente ed efficace.

ATS oggi gestisce quasi 5000 km di rete acquedottistica, alimentata da 210 fonti (fra pozzi e sorgenti).
Una prima attività svolta, in vista della elaborazione del PSA è stata quella di suddividere il sistema acquedottistico in zone omogenee, così da poter sviluppare uno studio più approfondito di ogni area.
Al momento sono stati individuati 13 bacini: quelli afferenti agli acquedotti Alto Trevigiano, Treviso, Grappa-Cmg, Bellunese, Breda-Maserada, Farra, Tarzo, Villorba, Follina-Miane, Pianezze, Prealpi Trevigiane (Cison-Revine), Schievenin e Peep (Carbonera). Tale parziale frazionamento è in fase di costruzione e quindi soggetto agli studi in corso, la previsione è di arrivare a circa 20 zone.


Il gruppo multidisciplinare per la predisposizione del PSA

A partire dal 2019, alcuni tecnici di ATS, specializzati nel settore acquedottistico, hanno iniziato a lavorare sul PSA. Nel 2019, in due sessioni separate, hanno seguito i corsi di formazioni ed i relativi aggiornamenti. La formazione per tutto il personale tecnico ed operativo sarà indispensabile affinché i collaboratori coinvolti nella gestione di un PSA siano in grado di garantire la qualità dell’acqua e siano consapevoli di quanto la propria professionalità possa contribuire alla sicurezza dell’acqua distribuita.

Seguendo le direttive previste, è stato definito il gruppo di lavoro che avrà il compito di predisporre il PSA di ATS, che sarà composto da:
• personale interno al gestore idrico (ATS) che conosce le reti e gli impianti di acquedotto;
• ULSS (SIAN, Servizio di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione) che rappresenta l’autorità competente in materia di sicurezza alimentare a tutela della salute pubblica;
• ARPAV che è a conoscenza dello stato dei corpi idrici profondi e superficiali;
• COMUNI interessati che conoscono le attività che interessano il territorio;
• eventuali STAKEHOLDERS.

 

Benefici relativi all’implementazione di un PSA

Vantaggi del PSA:
• Migliore conoscenza del sistema
• Migliore collaborazione tra le parti interessate
• Prioritizzazione degli interventi necessari e degli investimenti
• Migliore gestione e operatività
• Miglioramento delle infrastrutture
• Maggiore accesso ai finanziamenti
che comportano
- Migliore qualità dell’acqua
- Miglioramenti per la salute pubblica

 

Cosa è un PSA?

Cosa NON è un PSA?

È un metodo di lavoro che permette una comprensione approfondita della filiera idropotabile

Non è un concetto nuovo: invece ridefinisce e rende sistematiche azioni di gestione basate sulle migliori pratiche

È un metodo che permette l’identificazione di dove e come potrebbero sorgere (o accentuarsi) eventi pericolosi o critici

Non è un semplice nuovo sistema di documentazione: invece è un piano di valutazione e gestione da implementare

È uno strumento di analisi per definire barriere e sistemi di prevenzione e gestione per evitare l’accadimento di eventi critici o comunque mitigarne gli effetti

Non è un esercizio definitivo: richiede invece una manutenzione e un miglioramento incrementale continuo

È uno strumento per assicurare che ogni elemento del sistema lavori in modo appropriato nel tempo

Non è un carico di lavoro addizionale per il sistema di gestione idropotabile: piuttosto rappresenta azioni che il gestore fa – o dovrebbe fare – e si costruisce su procedure e sistemi esistenti